Già subito dopo la diffusione urbi et orbi della ormai famosa telefonata con il Comandante Schettino, si è detto che il Comandante De Falco della Capitaneria di Porto di Livorno era un eroe!
Quale eroe? Ha semplicemente fatto il suo lavoro e il suo dovere, solo si aveva bisogno di una figura da contrapporre a quella del comandante Schettino in modo da poterci fare servizi e articoli sopra, e quindi si è incominciato a parlare di “eroe”.
Così, dopo tanto che se ne parlava, è arrivato l’encomio al Comandante De Falco.
Ecco il testo:
"Rivolgo un “encomio solenne” al C.F. (CP) Spe r.n. Gregorio De Falco, Capo Sezione Operativa della Capitaneria di Porto di Livorno, con la seguente motivazione:
“In qualità di Capo Sezione Operativa della Capitaneria di Porto di Livorno, in occasione del naufragio occorso nella tarda serata del 13 gennaio 2012 alla M/N “Costa Concordia” con a bordo oltre 4200 persone, incagliata in località Punta Lazzaretto dell’Isola del Giglio, procedeva con immediatezza, elevatissima professionalità e non comune capacità organizzativa ad una intelligente e attenta azione investigativa che lo induceva, anche attraverso il proficuo e competente utilizzo delle risorse strumentali appropriate (AIS), alla immediata localizzazione della nave.
Tale determinante attività, consentiva l’esatta definizione dello scenario operativo e, per l’effetto, l’altrettanto rapida definizione della cornice dell’evento che si prospettava ab origine, di estrema gravità, delicatezza e difficoltà, in considerazione dell’elevatissimo numero di passeggeri da sbarcare fra i quali vi erano 52 neonati, 200 bambini, 19 portatori di handicap e molte persone anziane e delle precarie condizioni di stabilità della nave che risultava essere incagliata, con un forte sbandamento sul lato dritto e con una falla di circa 70 metri all’opera viva.
Così operando, contribuiva in maniera determinante alla tempestiva adozione delle più appropriate procedure di soccorso ed all’invio in zona di operazioni di tutte le articolazioni operativo/specialistiche (unità navali, aeree, sommozzatori) necessarie per fronteggiare l’emergenza in atto con certezza di risultati.
Nella successiva fase esecutiva di svolgimento delle operazioni di recupero e sbarco dei passeggeri e dell’equipaggio, complicate ulteriormente dall’impossibilità di utilizzare molte zattere di salvataggio, riusciva con incisiva, indiscussa competenza ad impartire precise disposizioni per il recupero dei naufraghi che erano rimasti intrappolati sulla nave e di quelli che nel frattempo erano caduti in acqua.
La ferma determinazione, la profonda competenza e la sentita partecipazione con la quale - richiamandolo ai propri doveri di capo della spedizione – ordinava al Comandante della nave, inopinatamente già sbarcato e a bordo di una scialuppa di salvataggio, di rientrare a bordo immediatamente e portare a compimento, perché responsabile, le operazioni di sbarco dei passeggeri e dell’equipaggio.
La brillante intraprendenza nella gestione di tutte le fasi delle operazioni di soccorso, l’eccezionale capacità organizzativa e la profondissima abnegazione e spirito di iniziativa, consentivano di contribuire alla salvezza di oltre 4000 persone imbarcate.
Pregevole esempio di rara professionalità, elevatissimo senso del dovere e della responsabilità che, associati ad eccezionali doti organizzative e alla rapidità ed efficacia d’azione, hanno senz’altro contribuito a dare lustro alla Forza Armata e al Corpo anche in ambito internazionale.”
Quanto sopra è stato oggetto di formale richiesta da parte del Governo nella persona del Sig. Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dott. Mario CIACCIA.
Per fatto avvenuto: Acque antistanti Isola del Giglio, 13 e 14 Gennaio 2012 .
IL COMANDANTE GENERALE
Amm.Isp. Capo (CP) Marco BRUSCO"
Il fatto che la Marina abbia tenuto a specificare che:
“Quanto sopra è stato oggetto di formale richiesta da parte del Governo nella persona del Sig. Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dott. Mario CIACCIA.”
è un po’ ambiguo e si presta a due differenti modi di lettura:
- la frase è stata inserita per dare più lustro all’elogio, in quanto richiesto direttamente dal Governo;
- noi non volevamo farlo, ma ci siamo stati obbligati.
In mezzo al plauso generale, però qualcuno non ha concordato. Infatti su http://www.tgprocida.it/wordpress/?p=4161, si trova la seguente e mail del Contrammiraglio (CP) r. Salvatore SCHIANO LOMORIELLO:
“Egregi Sigg. il presente commento intende stigmatizzare in ogni suo aspetto la vicenda che ha coinvolto la
Forma : di una virulenza verbale inaudita, minacciosa, blasfema, volgare che, mi si creda in coscienza, mi ha fatto VERGOGNARE di essere un Ufficiale delle Capitanerie di Porto. Istituzione quest'ultima che essendo palestra di contatti umani, ci ha insegnato di essere sempre rispettosi con TUTTI, mai saccenti, mai protagonisti ma al servizio della Gente di Mare fermo restando tutte quelle prerogative di Polizia Giudiziaria che la legge ci affida e che vanno esercitate sempre senza alcuna forma di indugio ma con pacatezza e fermezza. Non mi pare che tutto ciò sia riscontrabile nel contesto della telefonata in questione che ha esposto una persona già vinta dalla vita a ludibrio planetario senza alcuna forma di umanità che mi avvilisce e mortifica.
Sostanza : qualcuno mi dovrà pur spiegare in quale trattato di Diritto Marittimo o altra fonte normativa in merito al Soccorso e Salvataggio in mare sia scritto che il Comandante della Nave perde la Titolarietà del Comando quando e' stato dichiarato l'ordine di "abbandono nave " e che in tal caso detta prerogativa passa all'Organo soccorritore. L'Ufficiale Capo della Sezione Operativa della Capitaneria di Porto di Livorno in merito afferma : "Comandante, rivolgendosi al Com.te Schettino, lei ha dichiarato l'abbandono della nave, ORA COMANDO IO " (sic) e dopo tanti irriverenti bla bla bla "LE ORDINO DI" etc etc. In tutta questa vicenda, in ipotesi, non sarà mica stato consumato il reato di usurpazione di Comando? E'stato legittimo l'ordine dato? Trova quantomeno fondamento nella legge quanto con violenza verbale inaudita e'stato fatto segno il Comandante Schettino, persona in quel momento, come ho già' avuto modo di dire, VINTO DALLAVITA? A me e' parso come sparare sulla CROCE ROSSA senza un briciolo di umanità ma con della forza verbale la cui genesi non mi va di stigmatizzare ma che lascio all'analisi di chi legge.
Eppure, le TTVV, gli organi di stampa hanno eletto quell'Ufficiale a livello di "Eroe", un insigne critico del Corriere della sera cosi scrive :"Grazie Capitano...... " Ma di che vorrei chiedergli, di cosa, che cosa ha prodotto in positivo quella "sparata telefonica" se non irridere, minacciare, esporre il Comandante Schettino a ludibrio pubblico. E noi viviamo in un paese civile? Nella culla del diritto? In un paese dove la stampa sta spingendo perche quell'Ufficiale sia fatto segno di un "solenne encomio " Sarebbe, in tal caso, un'offesa al Diritto un'offesa a tutti quegli Ufficiali che in silenzio e con dedizione massima hanno fatto il proprio dovere senza mai salire sul palcoscenico del protagonismo ma stando sempre lontanissimi dallo stesso.
Scrivo a Voi Associazioni di Categoria perché mai più in futuro si verifichi una ignominia come quella perpetrata ai danni del Comandante Schettino che risponderà del Suo operato davanti alla Magistratura e non certamente davanti ad altre Istituzioni che hanno solo lo scopo di aiutare e non affossare chi si trova in gravissimo stato psicologico e conscio di essere l'artefice primo di un fatto gravissimo i cui esiti giudiziari attendiamo con ansia.
Cordialmente.
Contrammiraglio (CP) r. Salvatore SCHIANO LOMORIELLO”
Personalmente ho sempre diffidato di quello che si trova su internet e in effetti ho trovato il testo di questa mail in due soli siti. In ogni caso, vera o finta che possa essere, sento di poter concordare con quanto scritto.
Due sono i punti principali, che effettivamente mi avevano colpito fin da quando ho ascoltato la telefonata per la prima volta:
- la violenza verbale con cui veniva investito un Comandante Schettino ormai in stato confusionale, come si evince facilmente dal suo tono e dalle sue risposte;
- la sparata “Ora comando io”.
Trattandosi di una persona che ha visto la propria carriera e il proprio lavoro finito, la nave che gli era stata affidata affondare, si poteva prima cercare di convincerlo a tornare a bordo facendolo ragionare. Ricordandogli i suoi doveri e le sue responsabilità come comandante, i suoi obblighi di legge e di onore ecc.. Se questo non serviva si poteva benissimo usare un tono più duro e aggressivo, nella speranza di suscitare una reazione. Visto che anche questo non serviva, invece di continuare a urlargli contro, si poteva inviare un motovedetta a prenderlo dal famoso scoglio per riportarlo a bordo. Se anche dopo questo, il Comandante Schettino restava aggrappato al suo scoglio, non si poteva proprio fare niente di più.
“Ora comando io”. In effetti anche a me è sorto subito il dubbio che in nessun regolamento o legge sia contemplato che, quando un comandante ordina l’abbandono nave, il comando possa passare a chi coordina i soccorsi, che oltretutto non si trova nemmeno sul posto, ma a miglia di distanza. Inoltre, se ciò fosse vero, insieme al comando sarebbe passata al CF De Falco anche la responsabilità per tutti gli accadimenti successivi a quel momento, inclusa l’eventuale morte di passeggeri o membri dell’equipaggio che si fosse verificata dopo la sua “assunzione di comando”.
In ogni caso, una volta effettuata la registrazione di tutte le comunicazioni, il dovere della capitaneria era di chiuderle in una busta e inviarle alla Procura come eventuali prove. Di sicuro non andavano diffuse in mondovisione! Anche perché, come al solito, ci si è dimenticati che una nave (civile o militare che sia) rappresenta sempre il proprio Paese.
Di conseguenza la figura di cacca non l’ha fatta solo il povero Comandante Schettino, ma l’Italia tutta.
Si sa bene che è da “mani pulite” in poi che le Procure usano abitualmente diffondere intercettazioni o atti delle inchieste che, invece di rimanere riservati come dovrebbero dal momento che si tratta di prove da usare nel corso di un processo, servono per far processare mediaticamente coloro che sono ritenuti colpevoli, in modo da arrivare al processo vero, con un’opinione pubblica già schierata sulle tesi della pubblica accusa.
In questo caso, però non credo sia stata la Procura a volerne la diffusione, bensì la Capitaneria.
La Capitaneria di Livorno è stata accusata, del tutto ingiustamente come provano gli esiti dei processi, di responsabilità nella tragedia del Moby Prince. E’ pertanto credibile che con la diffusione delle telefonate abbiano voluto dimostrare in anticipo e a tutti, che loro non avevano responsabilità e anzi si erano mossi velocemente con l’organizzazione dei soccorsi.
In ogni caso anche la Procura ci ha messo del suo. E’ molto divertente vedere che in fondo al verbale di interrogatorio del terzo ufficiale Silvia Coronica, è scritto esplicitamente:
Ovviamente, neanche dopo due minuti, si trovava già su Internet!!!
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