In un paese tutto preso (volutamente o meno) dalle imprese dei due Mario, è passata totalmente sotto silenzio la notizia del probabile ritrovamento, il giorno 28 giugno, del relitto della corazzata Roma, affondata nel 1943.
Riporto il testo del comunicato dell'agenzia ANSA.
"A sessantanove anni dall'affondamento, dagli abissi del golfo
dell'Asinara arriva una foto attesa con trepidazione dalla Marina
Militare: quella di un cannone 90/50 anti-aereo montato sulla corazzata
Roma, il gioiello della Regia Marina colpito da due bombe tedesche il 9
settembre del 1943, nelle caotiche fasi che seguirono la firma
dell'armistizio tra Italia e Alleati: oltre 1.300 marinai persero la
vita. Poco meno delle circa 1.400 vittime di un altro celebre disastro
marittimo: quello del Titanic, 31 anni prima. Le prime immagini del
relitto, adagiato in più pezzi a circa 1.000 metri di profondità ed a
circa 16 miglia dalla costa sarda, sono state riprese da Guido Gay,
titolare della società Gaymarine srl che da molti anni conduce in zona
sperimentazioni di innovative apparecchiature di esplorazione subacquee
da lui ideate e costruite.
"L'emozione - racconta Gay, che si trova in zona a bordo del
catamarano Daedalus - è stata grande per avere ritrovato un relitto
storico così importante per la Marina. Ora andremo avanti per completare
l'esame del sito dove giace il resto della nave". Per anni, nel tratto
di mare compreso tra l'estremità settentrionale dell'Asinara e le Bocche
di Bonifacio, si sono susseguite senza successo le campagne di ricerca,
complicate dai fondali profondi e dai canyon che rendono incerta
l'interpretazione dei segnali captati dai sonar. Oggi, finalmente, è
spuntato un pezzo di 'Roma'. Le immagini sul fondale - dopo che sonar e
magnetometro avevano identificato il sito promettente - sono state
ottenute dal Pluto Palla, un piccolo sottomarino di soli 60 chili in
grado di raggiungere elevate profondità.
Una volta che il robot si è imbattuto nell'artiglieria dell'ex nave
ammiraglia della flotta italiana, Gay ha contattato la Marina Militare
che ha mandato due ufficiali sul Daedalus per verificare la scoperta. Il
responso é stato positivo: il cannone fotografato era proprio uno dei
12 montati sulla corazzata, che non sono però serviti a proteggerla
dalle sofisticate bombe lanciate dagli aerei della Luftwaffe da
un'altezza di oltre 5.000 metri, non raggiungibile dalla contraerea
presente sulla nave. Nei giorni scorsi un altro team di ricercatori
aveva affermato di aver identificato il luogo del relitto.
Ma gli annunci, osserva Gay, "devono essere supportati da adeguata
documentazione ed io ho le immagini che sono state valutate dalla Marina
Militare". La forza armata, da parte sua, ha sempre seguito con
attenzione i numerosi tentativi di ritrovamento del relitto di quella
che è una delle sue navi simbolo. Quando sarà stata completata la
mappatura della zona, non ci saranno però tentativi di riportare pezzi
della Roma in superficie. Infatti, al di là degli altissimi costi di
un'operazione del genere, per la Marina la corazzata - come tutti i
relitti che hanno militari morti a bordo - non si tocca, è un sacrario. E
l'ammiraglio Carlo Bergamini, comandante delle forze navali da
battaglia della Regia Marina, morto proprio al timone della Roma, è uno
degli eroi."
Per il momento è stata resa pubblica solo la foto di una torre con un pezzo antiaereo da 90/50.
Dov'è il resto della nave (o meglio i due tronconi)?
Di cosa ancora ha paura la Marina dopo ben 69 anni?