Lo so, mi piacerebbe parlare solo di wargame e della convention appena conclusa, però la vena polemica dei miei ultimi post non mi ha ancora abbandonato.
Si è conclusa l'edizione 2011 di PLAY MODENA, con un aumento del 15% del numero dei visitatori rispetto alla passata edizione. Un risultato di cui essere contenti.
Clicca qui per vedere le foto di PLAY 2011.
Pur essendo PLAY una convention dedicata maggiormente ai giochi da tavolo, quest'anno è stata prevista anche una forte presenza del wargame tridimensionale (sopratutto storico ma c'era anche il fantasy), ospitato in un apposito padiglione della Fiera.
Si notava però l'assenza di rivenditori dedicati al wargame (solo una presenza), presenti invece in discreto numero alla passata edizione.
Questa assenza è spiegabile in parte con il prezzo richiesto per gli stand (abbastanza elevato, ho sentito dire) ma anche al fatto che la domenica successiva si svolge HELLANA, convention interamente dedicata al wargame tridimensionale.
Tra le due, considerato anche la relativa vicinanza geografica e che la seconda offre la presenza di un pubblico interamente interessato ai loro prodotti, è logico che scelgano di essere presenti ad HELLANA.
Se le due manifestazioni si fossero svolte a distanza di 4-5 mesi e non di una settimana, forse qualche venditore poteva anche decidere di essere presente a Play.
Quello che vorrei far notare è che in Italia, le convention dedicate al wargame tridimensionale si contano sulle dita di una mano. Le più affermate sono infatti PLAY, HELLANA e DADI.COM, con quest'ultima temporaneamente orfana di una sede fissa.
Vorrei quindi rivolgere un'appello agli organizzatori, PARLATEVI, PARLATEVI, PARLATEVI, COORDINATEVI!!!!!
Fate in modo, per quanto possibile, di avere una distribuzione più omogena nel tempo delle convention e il mondo del wargame vi ringrazierà.
mercoledì 30 marzo 2011
giovedì 24 marzo 2011
C'E' CULTURA E CULTURA.....
Qualcuno aveva promesso di non mettere nuove tasse…..
Adesso lui si ritroverà il naso un po’ più lungo e noi la benzina aumentata di 1-2 centesimi per finanziare la Cultura.
Se per finanziare Cultura s’intende anche finanziare il wargame, sarei ben contento; il wargame è Cultura.
Purtroppo loro quando parlano di Cultura non danno a questa parola lo stesso significato che si trova sul dizionario, bensì intendono soggetti ben individuati il cui foraggiamento produce una contropartita politica più o meno grande. Infatti la maggior parte della somma, è destinata al FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) e questi soldi saranno utilizzati per finanziare teatri, fondazioni, produrre film ecc.
Non ci sarebbe nulla di male, se poi non si fosse obbligati a pagare dei biglietti d’ingresso a prezzi alti se non altissimi per vedere gli spettacoli ed è qui che le cose iniziano a non tornare.
In realtà non si sta parlando di finanziare la Cultura nel suo insieme, come dicevo prima, bensì un preciso numero di soggetti.
Questi stessi soggetti però fanno anche pagare un biglietto per poter assistere al loro spettacolo e ripeto, non a prezzi bassi. Sarebbe giusto quindi che non avessero nessun finanziamento pubblico e che il loro lavoro fosse ripagato dalla vendita dei biglietti. Se hanno fatto un buon lavoro, lo spettacolo è un successo, incassa e loro guadagnano; se hanno prodotto una schifezza non prendono un euro e spariscono dalla scena com’è giusto che sia.
In questo modo invece gli si permette di produrre le schifezze più assurde, tanto il quattrino gli entra in ogni caso in tasca.
Così, ad esempio, saranno finanziate produzioni di film che poi non raggiungeranno mai le sale cinematografiche, ma saranno trasmessi da RAI3 alle due di notte.
Oppure istituzioni come il Maggio Musicale Fiorentino. Il comportamento tenuto dal Maggio in Giappone è una cosa che mi ha fatto vergognare in primo luogo come Fiorentino ed in secondo come Italiano.
Appena dopo il terremoto, 15 dipendenti sono subito rientrati in Italia per loro autonoma decisione, senza aspettare direttive; dovrebbero essere licenziati immediatamente!
Gli altri hanno incominciato a lamentarsi e a chiedere di rientrare e per di più i loro parenti hanno inscenato pietose dimostrazioni per chiederne il rientro.
Giudico il contegno del personale del Maggio poco professionale, si sa che una delle prime regole è che lo spettacolo deve continuare qualunque cosa succeda. Di conseguenza dovevano stare zitti e buoni e andare avanti con il loro programma, finche non arrivava un giapponese a dire che non potevano esibirsi perché il teatro era crollato, allagato o contaminato dalle radiazioni.
Invece cosa hanno fatto? Si sono messi a piangere e a strillare, dimostrandosi tutto fuorché artisti o professionisti.
Di fronte a quello che è successo ai giapponesi, le loro lamentele erano del tutto fuori luogo.
Adesso hanno pure il coraggio di fare un esposto alla Procura “perché sia fatta chiarezza sui fatti legati alla tournée in Giappone del Maggio musicale fiorentino”, in quanto ritengono che la loro vicenda non sia stata gestita come dovuto!
L’esposto doveva farlo la Direzione del Maggio per licenziarli tutti, visto il loro comportamento per nulla professionale!
Ecco cosa andremo a finanziare con i nostri soldi!
Per di più: “Al ritorno i reduci dal Giappone troveranno una unità di medici e psicologi ad accoglierli. Li mette a disposizione il Comune che ha aperto un punto operativo proprio all'interno del teatro. Sono previsti accertamenti sulla radioattività e colloqui per un supporto psicologico che aiuti a superare lo shock.”.
Corretti gli accertamenti per la radioattività (che comunque hanno rivelato livelli minimi e accettabili), ma lo shock io glielo avrei fatto superare a lecciate!!!
Per fortuna che almeno una parte di loro si è riscattata con la decisione di proseguire:
“La decisione di proseguire nel calendario del tour è stata presa, malgrado le perplessità del sindaco Renzi e malgrado le richieste da parte di molte famiglie di far rientrare subito a Firenze anche gli orchestrali, dopo una tormentata riunione con il maestro Zubin Mehta. Il direttore ha dichiarato fermamente l'intenzione di proseguire la tournée a costo di integrare i professori d'orchestra mancanti: fermare il tour sarebbe stato lesivo dell'immagine del Maggio nel mondo oltre che una catastrofe finanziaria. Alcuni lavoratori presenti all'assemblea parlano di un Mehta "infuriato" con i musicisti determinati a non proseguire il tour, e definiscono la decisione di andare a Shangai "imposta". Marco Salvatori, portavoce dell'Orchestra, sottolinea invece come "la scelta di proseguire sia stata presa all'unanimità: siamo impauriti dalla catastrofe, vorremmo tanto riabbracciare i nostri cari, ma abbiamo un impegno da onorare".
Che tristezza, non ci resta altro che diminuire l’utilizzo delle auto, pur di ridurre i finanziamenti a gente simile.
martedì 22 marzo 2011
SEMPRE PIU' RIDICOLI!
In questo momento stò guardando Porta a Porta, dove Destra e Sinistra si sono finalmente accorti che i francesi ci stanno fregando alla grande e adesso strombazzano all'unisono la richiesta di un comando affidato alla NATO. Patetiche le assicurazioni del nostro Ministro della Difesa sul fatto che noi non abbiamo bombardato niente, perchè abbiamo messo a disposizione solo Tornado armati di missili antiradar in grado di distruggere solo i radar stessi senza provocare vittime. Specificando anche che i missili non sono stati nemmeno lanciati, perchè i radar libici erano spenti!
Meno male che Castelli della Lega, gli ha fatto notare che con il solo fatto di mettere a disposizione le basi, abbiamo comunque la responsabilità dei bombardamenti effettuati dagli aerei di altre nazioni da lì decollati.
E' proprio vero che al peggio non c'è mai fine!
Meno male che Castelli della Lega, gli ha fatto notare che con il solo fatto di mettere a disposizione le basi, abbiamo comunque la responsabilità dei bombardamenti effettuati dagli aerei di altre nazioni da lì decollati.
E' proprio vero che al peggio non c'è mai fine!
lunedì 21 marzo 2011
VIVA GHEDDAFI!
Quanto odio l’ipocrisia….
Ma d’altra parte da un paese che dal 1945 non conosce più il significato del termine “Interessi nazionali” e non ha una politica estera, non ci si poteva aspettare altro.
Ormai siamo sballottati di qua o di là a seconda di come cambia il vento, senza nessuna possibilità di influenzare gli eventi.
Ma partiamo dall’inizio.
Inizia tutto con la rivolta in Tunisia, finita quella esplode la rivolta in Egitto, appena finito l’Egitto inizia la Libia. Non più di una crisi per volta ed in sequenza, se si esclude qualche piccolo focolaio in Yemen e Bahrein, vi sembra normale?
Passi la Tunisia, dove forse il popolo era veramente esasperato, passi forse anche l’Egitto, ma la Libia? Tutte queste popolazioni stanno prendendo la palla al balzo dopo il successo ottenuto in Tunisia, oppure c’è una regia?
E’ probabile che il presidente degli Stati Uniti, che è musulmano, voglia ripetere con i paesi arabi quanto fatto da Ronald Reagan con i paesi dell’Europa dell’Est e passare alla storia come colui che ha portato la libertà e la democrazia nel mondo arabo.
Peccato che non si sia accorto di come è finita la democrazia e la libertà all’Est. Ha funzionato in paesi che nel corso della loro storia hanno avuto una conformazione ben definita e magari anche sistemi di governo più o meno democratici, come Polonia, Romania, Bulgaria, Paesi Baltici; ma non ha funzionato in entità nazionali recenti come l’Ucraina o le varie repubbliche caucasiche.
I paesi arabi sono nati per la maggior parte dopo la I Guerra Mondiale dalla dissoluzione dell’Impero Turco e quelli più recenti in seguito al processo di decolonizzazione e di democrazia ne hanno conosciuta ben poca, per questo sono molto scettico sull’effettivo risultato che si potrà ottenere andando a sconvolgere gli equilibri esistenti.
Obama per ora deve essere ben grato ai generali egiziani che hanno preso in mano la situazione nel loro paese e per il momento l’hanno congelata.
Ma torniamo a Libia e Italia.
Il governo libico viene (adesso) dipinto come un feroce regime dittatoriale che opprime il popolo libico. Eppure un tale governo sembra sia stato preso completamente alla sprovvista, possibile che in un tale regime la polizia, i servizi segreti, non abbiamo avuto nessun sentore di quanto si andava preparando? Ma se ci riusciva pure un regime come il Fascismo ad avere una chiara percezione dei sentimenti del popolo, non si capisce come mai in Libia nessuno si sia accorto di nulla e non abbia preso i necessari provvedimenti per tempo.
Che questo sia successo in Libia, poco male, problemi di Gheddafi, ma il guaio è che ha fallito anche la nostra intelligence. Dopo quanto successo in Egitto e di fronte ai fermenti in Yemen e Bahrein, nessuno si è messo in allarme, nessuno ha pensato a monitorare la situazione. D’altra parte per fare ciò si doveva essere coscienti che “i nostri interessi nazionali” richiedono una Libia stabile e nostra “amica”, visti i nostri investimenti e gli approvvigionamenti petroliferi che da lì ci vengono; per non parlare di un canale di Suez libero e aperto alla navigazione.
Per non parlare del fatto che si dovrebbe anche avere anche una politica estera lineare e non che varia ad ogni cambio di governo ed è fatta esclusivamente ai fini di politica interna. Poi ci si lamenta che l’Italia non conta niente nel contesto internazionale!
Invece il nulla assoluto! E a poco vale che anche gli altri paesi siano sembrati inizialmente altrettanto sorpresi dalla rivolta libica, perché loro si sono subito ripresi mentre noi siamo rimasti a tergiversare.
Una volta scoppiata la rivolta avremmo dovuto decidere quale delle due parti ci conveniva appoggiare sulla base di quello che potevano offrirci, dopodichè agire di conseguenza magari sfruttando la tanto vantata “amicizia” con Putin per bloccare con il veto della Russia, eventuali risoluzioni ONU contrarie alla nostra azione.
Tutto quello che avremmo dovuto fare noi, invece lo ha fatto la Francia. Possono essere motivazioni puramente elettorali come dicono i nostri adesso per consolarsi o motivazioni ben più solide, ma il fatto è che la Francia si è mossa e ci ha fregato l’iniziativa.
Altra cosa da evidenziare è il comportamento pietoso/vergognoso tenuto da tutti i paesi europei all’inizio della vicenda. Quando la rivolta sembrava avere messo alle strette Gheddafi confinandolo in pratica alla sola Tripoli, tutti gli si sono scagliati contro, chiamandolo crudele dittatore e criminale, mentre fino al giorno prima lo adulavano pur di avere petrolio e contratti commerciali. Addirittura lo si voleva portare di fronte alla corte internazionale dell’Aia per giudicarlo! Tanto si pensava che fosse alle corde e gli rimanesse ben poco. Per non parlare del blocco in tutti i paesi dei suoi sudati risparmi.
E tutti a dargli addosso e a definirlo con i peggiori epiteti; questo mi ricorda tanto l’analogo comportamento tenuto da un personaggio storico ben conosciuto in Italia, un certo Maramaldo….. vi ricorda niente?
Questa fissazione con i tribunali internazionali per giudicare capi di governo, mi ha sempre lasciato alquanto perplesso. Avete mai fatto caso che di fronte a questi tribunali, dal Processo di Norimberga del 1945 ad oggi, ci vanno solo i perdenti e gli sconfitti? Mai che si sia giudicato un vincitore, eppure di crimini ne hanno commessi anche loro.
Quando invece Gheddafi si è ripreso e stava per schiacciare definitivamente la ribellione (come era nel suo pieno diritto) allora ci si è decisi (ognuno con le sue motivazioni) per l’intervento militare.
Come sempre ci si fa forti con i deboli e deboli con i forti. In situazioni analoghe cosa si è fatto contro la dirigenza cinese mentre reprimeva i moti di piazza Tienammen? Nulla, perché la Cina è un paese forte e con una potenza militare di tutto rilievo, per non parlare degli interessi commerciali in gioco, quindi a parte qualche starnazzamento la si è abbozzata.
Invece con il povero Gheddafi che ha ben poco da poter contrapporre militarmente, ci stiamo andando giù pesante.
Come al solito siamo di fronte al classico: due pesi, due misure. Gheddafi è cattivo e lo picchiamo, altri paesi e governi che sono anche peggio (es. Siria, Birmania ecc.) gli ignoriamo.
Ovviamente di fronte alla potenza militare ed economica di Stati Uniti ed Europa, a meno di un miracolo, ormai Gheddafi è condannato alla sconfitta. Non ha più alcuna possibilità di schiacciare i delinquenti di Bengasi e ben poche di organizzare qualche azione di rappresaglia contro i paesi europei.
Direi che a lui va tutta la mia simpatia.
Ci sono anche altri problemi, la Libia non è una nazione con un unico popolo. In realtà è un insieme di tribù che si odiano più o meno le una con le altre. In sostanza e generalizzando, è divisa in due parti la Cirenaica e la Tripolitana. La Ciranaica odia Gheddafi ed è in rivolta, ma siamo altrettanto sicuri dei sentimenti della popolazione della Tripolitana? Se vince la rivolta, la Tripolitana si troverà sottomessa alla Cireanica e chi ci dice che ne siano contenti? C’è la concreta possibilità di scatenare una lunga guerra civile al pari di quella che sta sconvolgendo, ormai da tempo, la Somalia.
Quanto di quello che la TV libica ci mostra (le manifestazioni pro Gheddafi) è costrizione e propaganda e non pura verità? Non possiamo saperlo, ma sicuramente una parte del popolo libico appoggia Gheddafi e non sarebbe contenta di finire sotto il governo dei delinquenti di Bengasi.
Divertenti sono state le dichiarazioni del capo di Stato Maggiore della nostra Marina che in riferimento alla vicenda del rimorchiatore italiano preso dai libici, ha parlato di un’azione che si può configurare come un atto di pirateria! Ma quale pirateria! Un governo di una qualsiasi nazione che sia in guerra con un’altra, ha tutto il diritto di sequestrare le navi nemiche presenti nei suoi porti.
Già in guerra…. ma noi non siamo in guerra, l’Italia non può fare guerre, perché la sua costituzione lo proibisce con quella cosa, semplicemente ridicola, che è l’art. 11.
Ma quando ci decideremo ad abolire questo articolo, inutile retaggio di un partito politico che non esiste nemmeno più!!
Ed infatti il nostro Presidente della Repubblica si è premurato a evidenziarlo, l’Italia non è in guerra ma è in missione…. per conto di Dio…, no non di Dio come i Blues Brothers, ma per conto l’ONU.
E se lo dice lui che è anche il capo delle Forze Armate.... ci si dovrà credere.
Infatti poco dopo i nostri Tornado sono andati ad attaccare postazioni antiaeree in Libia, se non è un’azione di guerra questa non so proprio come in quale altro modo la si possa definire!
La Francia evidentemente non ha articoli 11 nella sua costituzione ed infatti sta attaccando, praticamente per conto suo e seguendo i suoi obiettivi, la Libia.
Perché i Francesi fanno ciò? Perché si sono da tempo accordati con i delinquenti di Bengasi ed avranno a vittoria compiuta notevoli vantaggi economici, infatti chissà perché sin quasi dall’inizio della rivolta a Bengasi sventolava una grande bandiera francese.
Gli Inglesi oltre che per evidenti ragioni economiche, perché hanno ancora il dente avvelenato con Gheddafi per l’attentato di Lockerbie.
Gli americani come al solito uniscono ragioni morali e economiche; gli piacerebbe portare la democrazia nel mondo arabo, eliminare finalmente Gheddafi che gli ha tenuti in scacco per tutti questi anni e ultimo ma non ultimo entrare nell’affare della “ricostruzione” e magari avere anche un po’ di petrolio.
Anche il gli Emirati Arabi e il Qatar hanno annunciato l’invio di loro aerei per partecipare. Questo è strano, anche alla luce delle posizioni assunte in queste ultime ore dalla Lega Araba. La Lega, giustamente, fa osservare che è stata data l'approvazione ad un’azione contro la Libia solo per istituire una “no fly zone” e non per bombardare altri civili. Quindi i due paesi arabi ragionevolmente non dovrebbero inviare i loro aerei. L’unica spiegazione possibile che mi viene in mente è un semplice accordo in questi termini con gli USA: "Noi partecipiamo attivamente e così ti forniamo la possibilità di mostrare una coalizione formata non solo da paesi cristiani ma anche musulmani e tu in cambio ti impegni a non sobillare rivolte nel mio paese, anzi se a qualcuno venisse in mente di creare problemi, tu intervieni e lo bastoni".
Quale sarà la conclusione di questa vicende, ancora non è possibile prevederlo con sicurezza. Una sola cosa mi sembra certa, grazie al nostro comportamento imbelle, possiamo dire ciao al petrolio libico e ai nostri investimenti in quel paese e questo indipendentemente da quale delle due parti vinca.
Se vinceranno i delinquenti di Bengasi, questi faranno affari principalmente con Francesi e Inglesi; se vincerà Gheddafi lo venderà ai cinesi piuttosto che darlo a gente che considera dei traditori.
Tutto questo grazie ad una classe politica (senza nessuna distinzione tra destra e sinistra) imbelle e ipocrita, che si rifiuta persino di chiamare le cose con il loro nome!!!
Che schifo e che vergogna!!!
VIVA GHEDDAFI, SIEMPRE!
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