Venerdì 28 ottobre ero a Lucca per l'annuale manifestazione dedicata ai fumetti e ai giochi.
Bella giornata di sole e città non eccessivamente affollata sia perchè era un giorno lavorativo e sia perchè le autostrade per Parma e Genova erano ancora chiuse a causa dei tragici eventi accaduti due giorni prima.
Molte novità uscite per il mondo dei fumetti di cui ho fatto incetta.
Molto poco invece per quanto riguarda il wargames tridimensionale, la cui novità maggiore era rappresentata dalle miniature in 20 mm. della fanteria USA della II G.M. con cappotto della Empress Miniatures importati da Chasseur.
Presenti invece le dimostrazioni dei nuovi regolamenti della Ganesha Games dedicati alle battaglie in grande scala napoleoniche, allo skirmisch seicentesco e agli attacchi di mostri tipo Godzilla.
Presente anche il Clan Conan con i suoi consueti tavoli dimostrativi di wargame, dove spiccava quello realizzato con miniature in 10 mm dall'amico Stefano Palandri.
Vedi tutte le foto di Lucca Comics and Games 2011.
sabato 29 ottobre 2011
lunedì 24 ottobre 2011
IL MIO SITO PER HOTT
HOTT (Hordes Of The Things) è la versione fantasy del noto regolamento per wargame tridimensionale DBA (De Bello Antiquitatis) per il periodo antico/medioevale.
Trattandosi perciò di un argomento che esula dagli scopi del sito del WA.SP. (WArgame SPezia), dedicato al wargame storico e vista la scarsa praticità del blog per inserire tutto quello che ho fatto e farò per il regolamento in questione, ho deciso di creare un nuovo sito.
Annuncio quindi ufficialmente la nascita di http://hott.jimdo.com
In questo nuovo sito troveranno spazio le foto dei miei eserciti ed inoltre le foto e i resoconti dei tornei di HOTT ai quali prenderò parte.
P.S.: Ho scattato la foto dei fuochi artificiali in apertura, durante il Palio del Golfo a Spezia.
Trattandosi perciò di un argomento che esula dagli scopi del sito del WA.SP. (WArgame SPezia), dedicato al wargame storico e vista la scarsa praticità del blog per inserire tutto quello che ho fatto e farò per il regolamento in questione, ho deciso di creare un nuovo sito.
Annuncio quindi ufficialmente la nascita di http://hott.jimdo.com
In questo nuovo sito troveranno spazio le foto dei miei eserciti ed inoltre le foto e i resoconti dei tornei di HOTT ai quali prenderò parte.
P.S.: Ho scattato la foto dei fuochi artificiali in apertura, durante il Palio del Golfo a Spezia.
lunedì 17 ottobre 2011
UNA SERIE DI CIRCOSTANZE FORTUNATE…….
…ha permesso di catturare i pirati Somali e di liberare la Montecristo, ultima nave italiana attaccata dai pirati.
Queste circostanze sono state:
- La nave era di nuovissima costruzione e pertanto dotata di quella che è stata definita “Cittadella”.
Una sorta di panic room dotata di mezzi per governare la nave, di comunicazione, di viveri e di quant’altro necessario per assicurare la sopravvivenza dell’equipaggio;
- La previdenza degli armatori che hanno fatto seguire all’equipaggio un addestramento sulle apposite procedure da attuare in caso di attacco ed hanno imbarcato quattro addetti alla sicurezza, seppure disarmati;
- La vicinanza al punto del sequestro di due navi militari, una americana ed una inglese;
- Il fatto che dalla nave americana abbiano notato e recuperato la bottiglia con il messaggio dell’equipaggio che comunicava di essere al sicuro nella cittadella, permettendo così di abbordare la nave senza pericoli di perdite per “fuoco amico”;
- La presenza a bordo della nave inglese di personale addestrato al particolare tipo di operazione.
Tutto questo ha contribuito alla pronta liberazione della nave e non possiamo che rallegrarcene, però esaminiamo più in dettaglio queste circostante perché non tutto mi sembra chiaro.
La nave è stata costruita in Corea del Sud e consegnata nel giugno 2011, pertanto è stata dotata della cittadella, una sistemazione che i cantieri Coreani offrono ai loro clienti. BENE.
Questa cittadella è dotata delle sistemazioni per governare la nave, comunicazioni, viveri ecc. BENE E MALE. Le sistemazioni di governo (timone e controllo delle macchine) evidente c’erano e funzionavano, visto che la nave si dirigeva verso l’Oman e non verso la Somalia. Però mi chiedo di che tipo sono queste sistemazioni? Oltre ai comandi di timone e motori è necessario almeno un radar per vedere dove si va, altrimenti si rischia di essere un pericolo per se e per gli altri. Ma se hai il radar perché non ti avvicini alle navi militari? E se governi la nave, perché non la fermi una volta che sai di essere vicino alle navi militari? Se si costruisce una cittadella e ci si mette dentro i mezzi di governo, a maggior ragione ci si mette anche una radio. Se c’era la radio perché i membri dell’equipaggio hanno dovuto comunicare con un messaggio in bottiglia? Possibile che i pirati siano riusciti ad individuare e distruggere l’antenna? Quindi qualcosa che non va in questa cittadella c’è.
In effetti anche se fosse dotata di un radar, l’antenna di questo difficilmente si può nascondere e i pirati sarebbero in grado di distruggerla rendendo l’equipaggio cieco. Il problema si potrebbe risolvere dotando la cittadella di uno o più periscopi, attrezzo questo più facilmente camuffabile e che consentirebbe una pur limitata capacità di visione esterna oppure con una serie di telecamere egualmente nascoste e camuffate. Io preferirei i periscopi che sono indipendenti da connessioni elettriche e quant’altro. Quindi il fatto che la nave abbia continuato la navigazione e che le comunicazioni siano avvenute tramite messaggi in bottiglia mi fa dubitare un pochino sulla perfezione di questa cittadella.
Addestramento dell’equipaggio e addetti alla sicurezza. BENE E MALE.
Bene, perché questo denota attenzione da parte degli armatori al problema e perché l’equipaggio ha avuto un’idonea formazione alle procedure da attuare in caso di attacco di pirati, addestramento questo che ha permesso poi la felice conclusione della vicenda. Bene la presenza degli addetti alla sicurezza che hanno svolto (penso) il servizio di guardia antipirateria e avvertito del pericolo in anticipo, in modo da dare all’equipaggio il tempo per rifugiarsi nella cittadella. Male il fatto che gli addetti fossero disarmati; forse un paio di raffiche ben aggiustate, avrebbero fatto desistere immediatamente i pirati dal tentativo di sequestro.
La vicinanza delle due navi militari. BENE
D’altra parte non si può essere dappertutto ed il mare è grande, quindi questa volta abbiamo avuto fortuna.
Il recupero del messaggio in bottiglia. BENE E MALE.
Bene perché ovviamente tutto è bene ciò che finisce bene, però anche qui c’è stata una buona dose di fortuna. Non è facile vedere e recuperare una bottiglia con un messaggio in mare. In effetti di tutta la vicenda questa è la cosa più strana. Male, perché possibile che sia difficile installare una radio e poi portare fuori un’antenna nascondendola e proteggendola dai danneggiamenti? Ma in quale modo hanno progettato questa cittadella? Qualcosa di poco chiaro o che non ha funzionato per il verso giusto c’è stata.
La presenza di un reparto addestrato a bordo della nave inglese. MALE.
Ovviamente è stato un bene ed un ulteriore colpo di fortuna che la nave inglese avesse a bordo quel personale, però è un male che lo avessero a bordo solo gli inglesi. Se al posto loro ci fosse stata la nostra nave, non avremmo potuto fare niente, perché a bordo di Nave Doria c’è solo un reparto del San Marco, che non è certo addestrato a questo genere di operazioni. Ma anche la nave americana, se si è dovuto aspettare l’intervento degli inglesi, forse non aveva a bordo nessuno in grado di intervenire.
Questo insegna che a bordo di ogni nave in servizio antipirateria ci devono essere elicotteri e un reparto di incursori addestrato e dotato di tutto l’equipaggiamento necessario.
Bene quindi la cittadella, ma quanto tempo passerà prima che i pirati trovino le contromisure?
Si può assoldare personale tecnico in grado di assumere il controllo in manuale della propulsione e del timone, si può (se gli accessi non sono abilmente camuffati) far saltare il portello di accesso con cariche esplosive o bersagliandolo con razzi anticarro RPG, si può minacciare di affondare la nave ecc.. Insomma si possono fare molte cose per ovviare a una cittadella.
Ma, come ci insegna il cancro, prevenire è meglio che curare.
Quindi la migliore prevenzione è impedire ai pirati di mettere piede a bordo.
In questo senso finalmente le cose si stanno muovendo, infatti tra armatori e Ministero della Difesa è stato firmato un accordo per imbarcare un nucleo di 6 marinai armati sui mercantili. Inoltre, visto che il numero dei marinai sarà limitato e non potrà coprire tutte le esigenze, si autorizzerà la possibilità di imbarcare dei contractors per la protezione.
Spero che si sia prevista anche la dovuta tutela giuridica per questo personale.
Un nostro marinaio che, per uno sfortunato, improvviso ed imprevisto rollio della nave invece di tirare la raffica di avvertimento davanti alla prua dell’imbarcazione pirata, la indirizzasse direttamente su questa uccidendo 5-6 pirati, poi dovrebbe vedersi inquisito dal solito solerte giudice per omicidio volontario?
Infine due note curiose.
In una intervista al TG, l’armatore della nave ha detto che comunque i pirati non avrebbero saputo dove andare perché la nave non ha carte nautiche cartacee a bordo, ma solo cartografia elettronica e i pirati non sanno usare la tecnologia. A parte che è da dimostrare che un pirata somalo non sappia navigare senza carte; se questo fosse vero e non una fanfaronata, l’armatore sarebbe da multare.
Se la cartografia elettronica va per un motivo qualsiasi a farsi friggere, come fai a navigare senza le classiche carte nautiche, sestante e bussola magnetica?
L’altro aspetto curioso è l’enfasi con cui i nostri affabili giornalisti hanno sottolineato il fatto che non appena gli incursori inglesi hanno messo piede a bordo i pirati si sono immediatamente arresi.
Ci credo che si sono arresi! Lo hanno fatto per due motivi: 1° contro gli incursori inglesi sapevano benissimo di non avere nessuna possibilità; 2° la nave è italiana, pertanto sapevano già che sarebbero stati consegnati agli italiani. Questo vuol dire che invece di penzolare dal pennone più alto come si meriterebbero, saranno portati in Italia dove se hanno un po’ di fortuna, per assurdo, potrebbero pure ottenere l’asilo politico come rifugiati!
LA MONTECRISTO E’ STATA LIBERATA, A QUANDO LA SAVINA CAYLYN?
martedì 4 ottobre 2011
OGNI TANTO, LA GIUSTIZIA TRIONFA.
Sono contento di vedere che in Italia c’è un terzo magistrato onesto e competente, mi riferisco ovviamente al magistrato che ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di omicidio.
Gli altri due sono il magistrato di Livorno che ha messo la parola fine alla ridda di ipotesi assurde sull’incidente del traghetto Moby Prince ed il giudice che ha assolto Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi.
Sono contento che siano stati assolti, questo mi dà un minimo di fiducia nella nostra screditata magistratura.
Un po’ di pensieri sulla vicenda, in ordine sparso, non necessariamente legati tra loro.
Chiunque avesse letto un minimo di carte relative all’inchiesta e al primo processo, sarebbe arrivato alla stessa conclusione. Del resto basterà aspettare e leggere le motivazioni della sentenza per rendersi conto della fragilità se non inconsistenza delle prove dell’accusa.
Tutta la vicenda è stata trattata dalla procura di Perugia in maniera confusionaria fin dall’inizio, per tacere dei metodi di indagine e di interrogatorio, per i quali c’è stata anche una condanna da parte del Tribunale di Firenze.
Per non parlare di come è stata condotta l’accusa durante il processo, dove è arrivata persino alle offese e alla richiesta assurda di pena: “Hanno ucciso ... meritano il massimo della pena che, per fortuna, in Italia non è quella di morte'”!
C’è da rimanere allibiti a sentire un magistrato che pronuncia simili parole! Intanto per la sproporzione tra la pena data in primo grado e l’ergastolo richiesto in appello, e poi per il velato rimpianto per la pena di morte. Proprio un magistrato italiano esprime certi pensieri, quando in Italia ci si fa un vanto delle teorie di Cesare Beccaria e del fatto che il Granducato di Toscana è stato il primo stato al mondo, ad abolire la pena di morte il 30 novembre 1786!
La famiglia Kercher si meraviglia del fatto che in primo grado ci sia stata una condanna e in secondo grado un’assoluzione, con un’evidente sproporzione.
Come italiani, in senso generale, la cosa non ci stupisce, anzi direi che è la regola. Quante volte vediamo un imputato essere condannato a 20 anni in primo grado, all’ergastolo in secondo e a 2 anni in terzo, il tutto basandosi il più delle volte sull’esame delle stesse prove!
Nel caso specifico, avrebbero dovuto essere assolti fin dal primo grado, in quanto era evidente che non c’erano prove certe di colpevolezza, e quando c’è un ragionevole dubbio, l’imputato deve essere assolto.
Ma se non sono stati loro, chi è stato? Ma la risposta la sappiamo fin dall’inizio: Rudy Guedè.
Ai nostri giornalisti, di recente piace molto usare l’espressione “l’unico indagato”, bene in questo caso dovrebbero usare l’espressione “l’unico imputato”. Perché c’è solo un colpevole, che grazie alla procura pasticciona che ha permesso il rito abbreviato, se la cava pure con poco, solo 16 anni che come spesso capita in Italia, probabilmente si ridurranno per buona condotta o altro.
Oltre al fatto che la condanna di Guedè è per concorso in omicidio, quindi comunque sia e sebbene io sia convinto del contrario, si dovranno poi cercare queste fantomatiche persone che hanno concorso al delitto.
Ma questo colpevole presenta anche un altro piccolo difetto. Rudy Guedè è uno spiantato senza arte ne parte e di conseguenza non ha quattrini per pagare risarcimenti a chicchessia.
Si pensi solo che la proprietaria della casa dove abitavano le due studentesse, si è costituita parte civile perché si ritiene danneggiata dal fatto che non può più affittare, dopo il delitto, la casa ai prezzi di prima (elevati), in quanto nessuno ci vuole andare ad abitare.
Al contrario ai due ragazzi, questi risarcimenti potevano essere chiesti ed ottenuti, ecco perché in molti si dispiacciono della loro assoluzione.
Ma rimaniamo in tema di risarcimenti. Dopo 4 anni di ingiusta detenzione, la prima cosa che faranno i due ragazzi sarà proprio chiedere un risarcimento. Se si pensa che Lumumba, accusato ingiustamente all’inizio della vicenda, per 14 giorni di carcere ha avuto 8.000 euro di risarcimento; quanti saranno gli euro che dovranno essere riconosciuti per i 4 anni di carcere fatti da Amanda e Raffaele e soprattutto chi dovrà pagarli?
La risposta è la solita NOI! Perché guai a far pagare ai giudici che hanno sbagliato!
Non capisco perchè un medico che sbaglia, anche in buona fede, viene inquisito e costretto a pagare di tasca propria per i propri errori, mentre un magistrato può fare quello che vuole e paga sempre lo Stato, cioè noi.
Il sistema giudiziario italiano ha bisogno di una radicale riforma, a cominciare dall’istituzione di una giuria seria impostata sul modello americano.
Si è detto pure che la stampa ha influito pesantemente sulla tesi innocentista, cosa di cui si è lamentata anche la procura. Peccato che la procura non si lamentasse egualmente quando la stampa processava Amanda e Raffale prima ancora che avvenisse il processo di primo grado.
Specialmente su Amanda fu detto di tutto e di più per dipingerla nel modo più negativo possibile. Tanto che il suo avvocato ha detto che si dovrebbe applicare a lei la stessa battuta di Jessica Rabbit: “Io non sono cattiva: è che mi disegnano così.”.
Comunque c’è chi maligna ancora, facendo notare la pioggia di dollari che si riverserà adesso su Amanda come compenso per interviste, partecipazioni TV, libri e altro. A parte che negli Stati Uniti è normale pagare per le interviste, serve ricordare che uno dei due testimoni dell’accusa al primo processo, l’albanese Hekuran Kokomani, successivamente arrestato per vicende di droga, ha ricevuto 10.000 euro per andare alla trasmissione “Porta a Porta”.
Inoltre si deve considerare che buona parte dei dollari che la Knox potrà ricavare, serviranno per pagare gli avvocati e quant’altro, pertanto alla fine gliene rimarranno ben pochi in tasca.
Naturalmente la Procura non demorderà e presenterà ricorso, tanto a lei non costa nulla, mentre saranno ulteriori spese in avvocati per i due ragazzi.
Per il momento Amanda volerà al sicuro negli Stati Uniti e una volta lì sarà al riparo da qualsiasi condanna dovesse eventualmente scaturire dal nuovo processo. Purtroppo altrettanto non potrà fare Raffaele.
In merito a questa e altre controverse vicende giudiziarie, posso consigliare la lettura di questo blog che ho trovato molto interessante (anche perché in molti casi la pensa come me):
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