Sono contento di vedere che in Italia c’è un terzo magistrato onesto e competente, mi riferisco ovviamente al magistrato che ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di omicidio.
Gli altri due sono il magistrato di Livorno che ha messo la parola fine alla ridda di ipotesi assurde sull’incidente del traghetto Moby Prince ed il giudice che ha assolto Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi.
Sono contento che siano stati assolti, questo mi dà un minimo di fiducia nella nostra screditata magistratura.
Un po’ di pensieri sulla vicenda, in ordine sparso, non necessariamente legati tra loro.
Chiunque avesse letto un minimo di carte relative all’inchiesta e al primo processo, sarebbe arrivato alla stessa conclusione. Del resto basterà aspettare e leggere le motivazioni della sentenza per rendersi conto della fragilità se non inconsistenza delle prove dell’accusa.
Tutta la vicenda è stata trattata dalla procura di Perugia in maniera confusionaria fin dall’inizio, per tacere dei metodi di indagine e di interrogatorio, per i quali c’è stata anche una condanna da parte del Tribunale di Firenze.
Per non parlare di come è stata condotta l’accusa durante il processo, dove è arrivata persino alle offese e alla richiesta assurda di pena: “Hanno ucciso ... meritano il massimo della pena che, per fortuna, in Italia non è quella di morte'”!
C’è da rimanere allibiti a sentire un magistrato che pronuncia simili parole! Intanto per la sproporzione tra la pena data in primo grado e l’ergastolo richiesto in appello, e poi per il velato rimpianto per la pena di morte. Proprio un magistrato italiano esprime certi pensieri, quando in Italia ci si fa un vanto delle teorie di Cesare Beccaria e del fatto che il Granducato di Toscana è stato il primo stato al mondo, ad abolire la pena di morte il 30 novembre 1786!
La famiglia Kercher si meraviglia del fatto che in primo grado ci sia stata una condanna e in secondo grado un’assoluzione, con un’evidente sproporzione.
Come italiani, in senso generale, la cosa non ci stupisce, anzi direi che è la regola. Quante volte vediamo un imputato essere condannato a 20 anni in primo grado, all’ergastolo in secondo e a 2 anni in terzo, il tutto basandosi il più delle volte sull’esame delle stesse prove!
Nel caso specifico, avrebbero dovuto essere assolti fin dal primo grado, in quanto era evidente che non c’erano prove certe di colpevolezza, e quando c’è un ragionevole dubbio, l’imputato deve essere assolto.
Ma se non sono stati loro, chi è stato? Ma la risposta la sappiamo fin dall’inizio: Rudy Guedè.
Ai nostri giornalisti, di recente piace molto usare l’espressione “l’unico indagato”, bene in questo caso dovrebbero usare l’espressione “l’unico imputato”. Perché c’è solo un colpevole, che grazie alla procura pasticciona che ha permesso il rito abbreviato, se la cava pure con poco, solo 16 anni che come spesso capita in Italia, probabilmente si ridurranno per buona condotta o altro.
Oltre al fatto che la condanna di Guedè è per concorso in omicidio, quindi comunque sia e sebbene io sia convinto del contrario, si dovranno poi cercare queste fantomatiche persone che hanno concorso al delitto.
Ma questo colpevole presenta anche un altro piccolo difetto. Rudy Guedè è uno spiantato senza arte ne parte e di conseguenza non ha quattrini per pagare risarcimenti a chicchessia.
Si pensi solo che la proprietaria della casa dove abitavano le due studentesse, si è costituita parte civile perché si ritiene danneggiata dal fatto che non può più affittare, dopo il delitto, la casa ai prezzi di prima (elevati), in quanto nessuno ci vuole andare ad abitare.
Al contrario ai due ragazzi, questi risarcimenti potevano essere chiesti ed ottenuti, ecco perché in molti si dispiacciono della loro assoluzione.
Ma rimaniamo in tema di risarcimenti. Dopo 4 anni di ingiusta detenzione, la prima cosa che faranno i due ragazzi sarà proprio chiedere un risarcimento. Se si pensa che Lumumba, accusato ingiustamente all’inizio della vicenda, per 14 giorni di carcere ha avuto 8.000 euro di risarcimento; quanti saranno gli euro che dovranno essere riconosciuti per i 4 anni di carcere fatti da Amanda e Raffaele e soprattutto chi dovrà pagarli?
La risposta è la solita NOI! Perché guai a far pagare ai giudici che hanno sbagliato!
Non capisco perchè un medico che sbaglia, anche in buona fede, viene inquisito e costretto a pagare di tasca propria per i propri errori, mentre un magistrato può fare quello che vuole e paga sempre lo Stato, cioè noi.
Il sistema giudiziario italiano ha bisogno di una radicale riforma, a cominciare dall’istituzione di una giuria seria impostata sul modello americano.
Si è detto pure che la stampa ha influito pesantemente sulla tesi innocentista, cosa di cui si è lamentata anche la procura. Peccato che la procura non si lamentasse egualmente quando la stampa processava Amanda e Raffale prima ancora che avvenisse il processo di primo grado.
Specialmente su Amanda fu detto di tutto e di più per dipingerla nel modo più negativo possibile. Tanto che il suo avvocato ha detto che si dovrebbe applicare a lei la stessa battuta di Jessica Rabbit: “Io non sono cattiva: è che mi disegnano così.”.
Comunque c’è chi maligna ancora, facendo notare la pioggia di dollari che si riverserà adesso su Amanda come compenso per interviste, partecipazioni TV, libri e altro. A parte che negli Stati Uniti è normale pagare per le interviste, serve ricordare che uno dei due testimoni dell’accusa al primo processo, l’albanese Hekuran Kokomani, successivamente arrestato per vicende di droga, ha ricevuto 10.000 euro per andare alla trasmissione “Porta a Porta”.
Inoltre si deve considerare che buona parte dei dollari che la Knox potrà ricavare, serviranno per pagare gli avvocati e quant’altro, pertanto alla fine gliene rimarranno ben pochi in tasca.
Naturalmente la Procura non demorderà e presenterà ricorso, tanto a lei non costa nulla, mentre saranno ulteriori spese in avvocati per i due ragazzi.
Per il momento Amanda volerà al sicuro negli Stati Uniti e una volta lì sarà al riparo da qualsiasi condanna dovesse eventualmente scaturire dal nuovo processo. Purtroppo altrettanto non potrà fare Raffaele.
In merito a questa e altre controverse vicende giudiziarie, posso consigliare la lettura di questo blog che ho trovato molto interessante (anche perché in molti casi la pensa come me):
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