IL BLOG DI ROBERTO

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lunedì 21 marzo 2011

VIVA GHEDDAFI!

Quanto odio l’ipocrisia….
Ma d’altra parte da un paese che dal 1945 non conosce più il significato del termine “Interessi nazionali” e non ha una politica estera, non ci si poteva aspettare altro.
Ormai siamo sballottati di qua o di là a seconda di come cambia il vento, senza nessuna possibilità di influenzare gli eventi.
Ma partiamo dall’inizio.
Inizia tutto con la rivolta in Tunisia, finita quella esplode la rivolta in Egitto, appena finito l’Egitto inizia la Libia. Non più di una crisi per volta ed in sequenza, se si esclude qualche piccolo focolaio in Yemen e Bahrein, vi sembra normale?
Passi la Tunisia, dove forse il popolo era veramente esasperato, passi forse anche l’Egitto, ma la Libia? Tutte queste  popolazioni stanno prendendo la palla al balzo dopo il successo ottenuto in Tunisia, oppure c’è una regia?

E’ probabile che il presidente degli Stati Uniti, che è musulmano, voglia ripetere con i paesi arabi quanto fatto da Ronald Reagan con i paesi dell’Europa dell’Est e passare alla storia come colui che ha portato la libertà  e la democrazia nel mondo arabo.
Peccato che non si sia accorto di come è finita la democrazia e la libertà all’Est. Ha funzionato in paesi che nel corso della loro storia hanno avuto una conformazione ben definita e magari anche sistemi di governo più o meno democratici, come Polonia, Romania, Bulgaria, Paesi Baltici; ma non ha funzionato in entità nazionali recenti come l’Ucraina o le varie repubbliche caucasiche.
I paesi arabi sono nati per la maggior parte dopo la I Guerra Mondiale dalla dissoluzione dell’Impero Turco e quelli più recenti in seguito al processo di decolonizzazione e di democrazia ne hanno conosciuta ben poca, per questo sono molto scettico sull’effettivo risultato che si potrà ottenere andando a sconvolgere gli equilibri esistenti.
Obama per ora deve essere ben grato ai generali egiziani che hanno preso in mano la situazione  nel loro paese e per il momento l’hanno congelata.
Ma torniamo a Libia e Italia.
Il governo libico viene (adesso) dipinto come un feroce regime dittatoriale che opprime il popolo libico. Eppure un tale governo sembra sia stato preso completamente alla sprovvista, possibile che in un tale regime la polizia, i servizi segreti, non abbiamo avuto nessun sentore di quanto si andava preparando? Ma se ci riusciva pure un regime  come il Fascismo ad avere una chiara percezione dei sentimenti del popolo, non si capisce come mai in Libia nessuno si sia accorto di nulla e non abbia preso i necessari provvedimenti per tempo.
Che questo sia successo in Libia, poco male, problemi di Gheddafi, ma il guaio è che ha fallito anche la nostra intelligence. Dopo quanto successo in Egitto e di fronte ai fermenti in Yemen e Bahrein, nessuno si è messo in allarme, nessuno ha pensato a monitorare la situazione. D’altra parte per fare ciò si doveva essere coscienti che “i nostri interessi nazionali” richiedono una Libia stabile e nostra “amica”, visti i nostri investimenti e gli approvvigionamenti petroliferi che da lì ci vengono; per non parlare di un canale di Suez libero e aperto alla navigazione.
Per non parlare del fatto che si dovrebbe anche avere anche una politica estera lineare e non che varia ad ogni cambio di governo ed è fatta esclusivamente ai fini di politica interna. Poi ci si lamenta che l’Italia non conta niente nel contesto internazionale!
Invece il nulla assoluto! E a poco vale che anche gli altri paesi siano sembrati inizialmente altrettanto sorpresi dalla rivolta libica, perché loro si sono subito ripresi mentre noi siamo rimasti a tergiversare.
Una volta scoppiata la rivolta avremmo dovuto decidere quale delle due parti ci conveniva appoggiare sulla base di quello che potevano offrirci, dopodichè agire di conseguenza magari sfruttando la tanto vantata “amicizia” con Putin per bloccare con il veto della Russia, eventuali risoluzioni ONU contrarie alla nostra azione.
Tutto quello che avremmo dovuto fare noi, invece lo ha fatto la Francia. Possono essere motivazioni puramente elettorali come dicono i nostri adesso per consolarsi o motivazioni ben più solide, ma il fatto è che la Francia si è mossa e ci ha fregato l’iniziativa.
Altra cosa da evidenziare è il comportamento pietoso/vergognoso tenuto da tutti i paesi europei all’inizio della vicenda. Quando la rivolta sembrava avere messo alle strette Gheddafi confinandolo in pratica alla sola Tripoli, tutti gli si sono scagliati contro, chiamandolo crudele dittatore e criminale, mentre fino al giorno prima lo adulavano pur di avere petrolio e contratti commerciali. Addirittura lo si voleva portare di fronte alla corte internazionale dell’Aia per giudicarlo! Tanto si pensava che fosse alle corde e gli rimanesse ben poco. Per non parlare del blocco in tutti i paesi dei suoi sudati risparmi.
E tutti a dargli addosso e a definirlo con i peggiori epiteti; questo mi ricorda tanto l’analogo comportamento tenuto da un personaggio storico ben conosciuto in Italia, un certo Maramaldo…..   vi ricorda niente? 
Questa fissazione con i tribunali internazionali per giudicare capi di governo, mi ha sempre lasciato alquanto perplesso. Avete mai fatto caso che di fronte a questi tribunali, dal Processo di Norimberga del 1945 ad oggi, ci vanno solo i perdenti e gli sconfitti? Mai che si sia giudicato un vincitore, eppure di crimini ne hanno commessi anche loro.
Quando invece Gheddafi si è ripreso e stava per schiacciare definitivamente la ribellione (come era nel suo pieno diritto) allora ci si è decisi (ognuno con le sue motivazioni) per l’intervento militare.
Come sempre ci si fa forti con i deboli e deboli con i forti. In situazioni analoghe cosa si è fatto contro la dirigenza cinese mentre reprimeva i moti di piazza Tienammen? Nulla, perché la Cina è un paese forte e con una potenza militare di tutto rilievo, per non parlare degli interessi commerciali in gioco, quindi a parte qualche starnazzamento la si è abbozzata.
Invece con il povero Gheddafi che ha ben poco da poter contrapporre militarmente, ci stiamo andando giù pesante.
Come al solito siamo di fronte al classico: due pesi, due misure. Gheddafi è cattivo e lo picchiamo, altri paesi e governi che sono anche peggio (es. Siria, Birmania ecc.) gli ignoriamo.
Ovviamente di fronte alla potenza militare ed economica di Stati Uniti ed Europa, a meno di un miracolo, ormai Gheddafi è condannato alla sconfitta. Non ha più alcuna possibilità di schiacciare i delinquenti di Bengasi e ben poche di organizzare qualche azione di rappresaglia contro i paesi europei.
Direi che a lui va tutta la mia simpatia.
 
Ci sono anche altri problemi, la Libia non è una nazione con un unico popolo. In realtà è un insieme di tribù che si odiano più o meno le una con le altre. In sostanza e generalizzando, è divisa in due parti la Cirenaica e la Tripolitana. La Ciranaica odia Gheddafi ed è in rivolta, ma siamo altrettanto sicuri dei sentimenti della popolazione della Tripolitana? Se vince la rivolta, la Tripolitana si troverà sottomessa alla Cireanica e chi ci dice che ne siano contenti? C’è la concreta possibilità di scatenare una lunga guerra civile al pari di quella che sta sconvolgendo, ormai da tempo, la Somalia.
Quanto di quello che la TV libica ci mostra (le manifestazioni pro Gheddafi) è costrizione e propaganda e non pura verità? Non possiamo saperlo, ma sicuramente una parte del popolo libico appoggia Gheddafi e non sarebbe contenta di finire sotto il governo dei delinquenti di Bengasi.

Divertenti sono state le dichiarazioni del capo di Stato Maggiore della nostra Marina che in riferimento alla vicenda del rimorchiatore italiano preso dai libici, ha parlato di un’azione che si può configurare come un atto di pirateria! Ma quale pirateria! Un governo di una qualsiasi nazione che sia in guerra con un’altra, ha tutto il diritto di sequestrare le navi nemiche presenti nei suoi porti.
Già in guerra….   ma noi non siamo in guerra, l’Italia non può fare guerre, perché la sua costituzione lo proibisce con quella cosa, semplicemente ridicola, che è l’art. 11.
Ma quando ci decideremo ad abolire questo articolo, inutile retaggio di un partito politico che non esiste nemmeno più!!


Ed infatti il nostro Presidente della Repubblica si è premurato a evidenziarlo, l’Italia non è in guerra ma è in missione…. per conto di Dio…, no non di Dio come i Blues Brothers, ma per conto l’ONU.
E se lo dice lui che è anche il capo delle Forze Armate....  ci si dovrà credere.
Infatti poco dopo i nostri Tornado sono andati ad attaccare postazioni antiaeree in Libia, se non è un’azione di guerra questa non so proprio come in quale altro modo la si possa definire!
La Francia evidentemente non ha articoli 11 nella sua costituzione ed infatti sta attaccando, praticamente per conto suo e seguendo i suoi obiettivi, la Libia.
Perché i Francesi fanno ciò? Perché si sono da tempo accordati con i delinquenti di Bengasi ed avranno a vittoria compiuta notevoli vantaggi economici, infatti chissà perché sin quasi dall’inizio della rivolta a Bengasi sventolava una grande bandiera francese.
Gli Inglesi oltre che per evidenti ragioni economiche, perché hanno ancora il dente avvelenato con Gheddafi per l’attentato di  Lockerbie.
Gli americani come al solito uniscono ragioni morali e economiche; gli piacerebbe portare la democrazia nel mondo arabo, eliminare finalmente Gheddafi che gli ha tenuti in scacco per tutti questi anni e ultimo ma non ultimo entrare nell’affare della “ricostruzione” e magari avere anche un po’ di petrolio.
Anche il gli Emirati Arabi e il Qatar hanno annunciato l’invio di loro aerei per partecipare. Questo è strano, anche alla luce delle posizioni assunte in queste ultime ore dalla Lega Araba. La Lega, giustamente, fa osservare  che è stata data l'approvazione ad un’azione contro la Libia solo per istituire una “no fly zone” e non per bombardare altri civili. Quindi i due paesi arabi ragionevolmente non dovrebbero inviare i loro aerei. L’unica spiegazione possibile che mi viene in mente è un semplice accordo in questi termini con gli USA: "Noi partecipiamo attivamente e così ti forniamo la possibilità di mostrare una coalizione formata non solo da paesi cristiani ma anche musulmani e tu in cambio ti impegni a non sobillare rivolte nel mio paese, anzi se a qualcuno venisse in mente di creare problemi, tu intervieni e lo bastoni".
Quale sarà la conclusione di questa vicende, ancora non è possibile prevederlo con sicurezza. Una sola cosa mi sembra certa, grazie al nostro comportamento imbelle, possiamo dire ciao al petrolio libico e ai nostri investimenti in quel paese e questo indipendentemente da quale delle due parti vinca.
Se vinceranno i delinquenti di Bengasi, questi faranno affari principalmente con Francesi e Inglesi; se vincerà Gheddafi lo venderà ai cinesi piuttosto che darlo a gente che considera dei traditori.
Tutto questo grazie ad una classe politica (senza nessuna distinzione tra destra e sinistra) imbelle e ipocrita, che si rifiuta persino di chiamare le cose con il loro nome!!! 
Che schifo e che vergogna!!!
VIVA GHEDDAFI, SIEMPRE!

1 commento:

  1. non avrei nulla da aggiungere. sarebbe divertente, se non ci trovassimo di fronte ad una tragedia con spargimenti di sangue quotidiani, mettere in fila le dichiarazioni di piaggeria assoluta che in un recente passato la nostra intera classe politica ha rivolto a Gheddafi a partire da quelle più recenti di Frattini, oggi con piroetta degna del miglior saltimbanco passato dall'ammirazione per la democrazia sui generis libica al fronte più duramente antigheddafiano, per passare agli omaggi umilianti di berlusconi e continuando per le cordiali accoglienz di Prodi o i regali - una statua romana, ve la ricordate? - portati in omaggio al raiss da D'Alema. per risalire fino alla prona e sempre pevida politica democristiana e all'ammirazione di tutta la sinistra italiana degli anni 70 verso l'anticolonialista colonnello libico.
    E' davvero curioso constatare che quando Gheddafi si comportava da nemico dell'Italia e degli italiani, venisse blandito e pronamente omaggiato, mentre oggi, ormai alleato del'Italia e convertito alla legalità internazionale, viene tradito dagli stessi che hann sottoscritto un trattato di amicizia e non aggressione evidentemente con inchiostro simpatico, nella migliore tradizione italiana. questa guerra vile e sanguinaria, sta provocando infiniti lutti tra i libici, aizzati dalla NATO ad una guerra civile che questa alleanza militare, ormai ertasi a potenza politica sovranazionale, conduce spietatamente senza lasciare nemmeno la possibilità alle parti in lotta di accordarsi, decisa come è ad eliminare fisicamente, tramite l'assasinio politico o la farsa dell'incriminazione dell'Aja, il capo di una delle due parti in lotta.
    E questa sarebbe una missione di Pace? Napolitano, con ipocrisia tipica della sua cultura comunista che nega la realtà cambiando il nome delle cose, ha dichiarato che questa non è guerra. e così pure ha fatto Obama, per aggirare la possibile contrarietà del Congresso. A chiunque è chiaro che la morte e la distruzione portata dai bombardieri e dai missili alleati non può altro che dichiararsi guerra.
    a meno di voler dare a questo termine un significato di leale combattimento tra due parti. ecco, in questo caso la guerra della NATO non è vera guerra. La NATO bombarda al sicura da qualsiasi reazione libica. I piloti alleati, che non hanno nulla a che vedere con un vero combattente, non rischiano nulla ma partecipano ad un tiro al piccione. Ricordano più un Maramaldo che un guerriero.

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