…ha permesso di catturare i pirati Somali e di liberare la Montecristo, ultima nave italiana attaccata dai pirati.
Queste circostanze sono state:
- La nave era di nuovissima costruzione e pertanto dotata di quella che è stata definita “Cittadella”.
Una sorta di panic room dotata di mezzi per governare la nave, di comunicazione, di viveri e di quant’altro necessario per assicurare la sopravvivenza dell’equipaggio;
- La previdenza degli armatori che hanno fatto seguire all’equipaggio un addestramento sulle apposite procedure da attuare in caso di attacco ed hanno imbarcato quattro addetti alla sicurezza, seppure disarmati;
- La vicinanza al punto del sequestro di due navi militari, una americana ed una inglese;
- Il fatto che dalla nave americana abbiano notato e recuperato la bottiglia con il messaggio dell’equipaggio che comunicava di essere al sicuro nella cittadella, permettendo così di abbordare la nave senza pericoli di perdite per “fuoco amico”;
- La presenza a bordo della nave inglese di personale addestrato al particolare tipo di operazione.
Tutto questo ha contribuito alla pronta liberazione della nave e non possiamo che rallegrarcene, però esaminiamo più in dettaglio queste circostante perché non tutto mi sembra chiaro.
La nave è stata costruita in Corea del Sud e consegnata nel giugno 2011, pertanto è stata dotata della cittadella, una sistemazione che i cantieri Coreani offrono ai loro clienti. BENE.
Questa cittadella è dotata delle sistemazioni per governare la nave, comunicazioni, viveri ecc. BENE E MALE. Le sistemazioni di governo (timone e controllo delle macchine) evidente c’erano e funzionavano, visto che la nave si dirigeva verso l’Oman e non verso la Somalia. Però mi chiedo di che tipo sono queste sistemazioni? Oltre ai comandi di timone e motori è necessario almeno un radar per vedere dove si va, altrimenti si rischia di essere un pericolo per se e per gli altri. Ma se hai il radar perché non ti avvicini alle navi militari? E se governi la nave, perché non la fermi una volta che sai di essere vicino alle navi militari? Se si costruisce una cittadella e ci si mette dentro i mezzi di governo, a maggior ragione ci si mette anche una radio. Se c’era la radio perché i membri dell’equipaggio hanno dovuto comunicare con un messaggio in bottiglia? Possibile che i pirati siano riusciti ad individuare e distruggere l’antenna? Quindi qualcosa che non va in questa cittadella c’è.
In effetti anche se fosse dotata di un radar, l’antenna di questo difficilmente si può nascondere e i pirati sarebbero in grado di distruggerla rendendo l’equipaggio cieco. Il problema si potrebbe risolvere dotando la cittadella di uno o più periscopi, attrezzo questo più facilmente camuffabile e che consentirebbe una pur limitata capacità di visione esterna oppure con una serie di telecamere egualmente nascoste e camuffate. Io preferirei i periscopi che sono indipendenti da connessioni elettriche e quant’altro. Quindi il fatto che la nave abbia continuato la navigazione e che le comunicazioni siano avvenute tramite messaggi in bottiglia mi fa dubitare un pochino sulla perfezione di questa cittadella.
Addestramento dell’equipaggio e addetti alla sicurezza. BENE E MALE.
Bene, perché questo denota attenzione da parte degli armatori al problema e perché l’equipaggio ha avuto un’idonea formazione alle procedure da attuare in caso di attacco di pirati, addestramento questo che ha permesso poi la felice conclusione della vicenda. Bene la presenza degli addetti alla sicurezza che hanno svolto (penso) il servizio di guardia antipirateria e avvertito del pericolo in anticipo, in modo da dare all’equipaggio il tempo per rifugiarsi nella cittadella. Male il fatto che gli addetti fossero disarmati; forse un paio di raffiche ben aggiustate, avrebbero fatto desistere immediatamente i pirati dal tentativo di sequestro.
La vicinanza delle due navi militari. BENE
D’altra parte non si può essere dappertutto ed il mare è grande, quindi questa volta abbiamo avuto fortuna.
Il recupero del messaggio in bottiglia. BENE E MALE.
Bene perché ovviamente tutto è bene ciò che finisce bene, però anche qui c’è stata una buona dose di fortuna. Non è facile vedere e recuperare una bottiglia con un messaggio in mare. In effetti di tutta la vicenda questa è la cosa più strana. Male, perché possibile che sia difficile installare una radio e poi portare fuori un’antenna nascondendola e proteggendola dai danneggiamenti? Ma in quale modo hanno progettato questa cittadella? Qualcosa di poco chiaro o che non ha funzionato per il verso giusto c’è stata.
La presenza di un reparto addestrato a bordo della nave inglese. MALE.
Ovviamente è stato un bene ed un ulteriore colpo di fortuna che la nave inglese avesse a bordo quel personale, però è un male che lo avessero a bordo solo gli inglesi. Se al posto loro ci fosse stata la nostra nave, non avremmo potuto fare niente, perché a bordo di Nave Doria c’è solo un reparto del San Marco, che non è certo addestrato a questo genere di operazioni. Ma anche la nave americana, se si è dovuto aspettare l’intervento degli inglesi, forse non aveva a bordo nessuno in grado di intervenire.
Questo insegna che a bordo di ogni nave in servizio antipirateria ci devono essere elicotteri e un reparto di incursori addestrato e dotato di tutto l’equipaggiamento necessario.
Bene quindi la cittadella, ma quanto tempo passerà prima che i pirati trovino le contromisure?
Si può assoldare personale tecnico in grado di assumere il controllo in manuale della propulsione e del timone, si può (se gli accessi non sono abilmente camuffati) far saltare il portello di accesso con cariche esplosive o bersagliandolo con razzi anticarro RPG, si può minacciare di affondare la nave ecc.. Insomma si possono fare molte cose per ovviare a una cittadella.
Ma, come ci insegna il cancro, prevenire è meglio che curare.
Quindi la migliore prevenzione è impedire ai pirati di mettere piede a bordo.
In questo senso finalmente le cose si stanno muovendo, infatti tra armatori e Ministero della Difesa è stato firmato un accordo per imbarcare un nucleo di 6 marinai armati sui mercantili. Inoltre, visto che il numero dei marinai sarà limitato e non potrà coprire tutte le esigenze, si autorizzerà la possibilità di imbarcare dei contractors per la protezione.
Spero che si sia prevista anche la dovuta tutela giuridica per questo personale.
Un nostro marinaio che, per uno sfortunato, improvviso ed imprevisto rollio della nave invece di tirare la raffica di avvertimento davanti alla prua dell’imbarcazione pirata, la indirizzasse direttamente su questa uccidendo 5-6 pirati, poi dovrebbe vedersi inquisito dal solito solerte giudice per omicidio volontario?
Infine due note curiose.
In una intervista al TG, l’armatore della nave ha detto che comunque i pirati non avrebbero saputo dove andare perché la nave non ha carte nautiche cartacee a bordo, ma solo cartografia elettronica e i pirati non sanno usare la tecnologia. A parte che è da dimostrare che un pirata somalo non sappia navigare senza carte; se questo fosse vero e non una fanfaronata, l’armatore sarebbe da multare.
Se la cartografia elettronica va per un motivo qualsiasi a farsi friggere, come fai a navigare senza le classiche carte nautiche, sestante e bussola magnetica?
L’altro aspetto curioso è l’enfasi con cui i nostri affabili giornalisti hanno sottolineato il fatto che non appena gli incursori inglesi hanno messo piede a bordo i pirati si sono immediatamente arresi.
Ci credo che si sono arresi! Lo hanno fatto per due motivi: 1° contro gli incursori inglesi sapevano benissimo di non avere nessuna possibilità; 2° la nave è italiana, pertanto sapevano già che sarebbero stati consegnati agli italiani. Questo vuol dire che invece di penzolare dal pennone più alto come si meriterebbero, saranno portati in Italia dove se hanno un po’ di fortuna, per assurdo, potrebbero pure ottenere l’asilo politico come rifugiati!
LA MONTECRISTO E’ STATA LIBERATA, A QUANDO LA SAVINA CAYLYN?